Per un buon inizio

Cita un vecchio adagio “Chi ben comincia è a metà dell’opera”. Riniziare è una vera arte, da imparare, scoprire e condividere. Let’s start!

L’arte di riniziare

Non pensavo di citare Laura Pasini in un incipit di un mio articolo, ma devo ammettere che il refrain “e non è molto, ma almeno è un buon inizio” è quanto di più adatto a questo giorno.

Eh sì perché ormai il vero capodanno è il 1° settembre o al massimo il 1° lunedì di settembre.

Quindi ci ritroviamo a riniziare. E anche riniziare è un’arte, si impara facendolo. Perché riniziare è di più di riprendere a lavorare o a studiare.

Per la Laura nazionale il buon inizio è la determinazione, è non lasciare vincere la rabbia, è far crescere il cambiamento ed è rinunciare ai timori per prendere i desideri più profondi. Si tratta quindi di scegliere di essere profondamente noi stessi, di accettare la sfida di fare ancora quel pezzo di strada per essere felici.

E per essere felici è bene lavorare su tutte le nostre dimensioni: spiritualità, relazioni, casa, lavoro…

E il trucco è tutto qui: lavorare per la felicità. E riniziare è un buon momento per questo, purché ci siano alcune condizioni.

Propositi o obiettivi?

Parafrasando un vecchio detto: “La strada per l’infelicità è lastricata di buone intenzioni”. Le buone intenzioni, i buoni propositi sono molto positivi, ma non servono a molto se non sono sorretti dalla concretizzazione. Il rapporto è lo stesso tra sogni e obiettivi. Servono entrambi, ma ammettiamolo è molto più facile sognare e non fare niente, in un tempo in cui siamo iperstimolati a diventare fighi e perfetti in 3 giorni.

Quindi si tratta di sognare e aggiungere uno o due obiettivi per questo nuovo anno. Che differenza c’è tra obiettivo e proposito? Se hai usato Projectus sai che la differenza è la concretezza, che è un mix di concretezza (qualcosa di fattibilità) e misurabilità (alla fine saprò se ho raggiunto l’obiettivo).

Perciò devi scrivere qualcosa di specifico e fattibile e poi aggiungere i criteri di verificabilità. Per fartelo capire ti dico un mio obiettivo di quest’anno. Voglio studiare con più metodo. Ne sento l’esigenza, perché lavoro meglio se studio. Non mi aiuta neanche un obiettivo più formale, perché io lo vorrei come stile, non come prestazione. Scritto così, però, è solo un proposito. Voglio andare in profondità. Mi faccio aiutare invece dalla Regola delle 5 ore (https://www.gqitalia.it/lifestyle/article/regola-avere-successo-come-bill-gates-elon-musk).

Sarà dura ritagliarsi 5 ore di lettura alla settimana (1 ora al giorno per i giorni lavorativi), ma so che ce la posso fare. E faccio un piano di fattibilità. Da settembre a dicembre farò 30 minuti al giorno. Da dicembre a marzo farò 45 minuti al giorno. Da aprile ad agosto farò 1 ora al giorno. Il mio obiettivo sarà raggiunto se avrò un successo dell’80%, cioè se su 52 settimane sgarrerò al massimo su 12.

I numeri tolgono il fascino al proposito, ma a fine anno, saranno i numeri a dare il fascino al fatto di aver fatto un passo in più.

Scrivilo in grande

Hai notato che per eventi, iniziative, lanci del nuovo anno c’è una comunicazione fortissima? Questo vale anche per noi stessi. Scriviti il tuo obiettivo in un punto dove lo puoi vedere, e scrivilo bene per motivarti.

Io, per esempio, mi farò un cartello con scritto: “Ogni volta che studio, aiuto di più. ANCHE OGGI HO CONTRIBUITO A UN MONDO MIGLIORE CON UN’ORA DI STUDIO!

Anzi farò più copie e le metterò in ufficio, a casa… magari ogni tanto mi mando anche un messaggio!

Tra anticorpi e valvole di sicurezza

Ma perché facciamo fatica a raggiungere gli obiettivi? Perché la determinazione va coltivata e aiutata.

Perciò mentre scrivi gli obiettivi devi aggiungere subito gli anticorpi e le valvole di sicurezza.

Gli anticorpi sono gli aiuti che ti dai per distruggere i virus negativi che ti distolgono dai tuoi obiettivi. Se vuoi dimagrire, non devi solo evitare la “Sagra del fritto misto”, devi in qualche modo aiutarti con dei video sul benessere, devi frequentare persone che condividono la tua stessa idea, devi ritagliarti spazi per leggere sul tema. Non si tratta di farne una malattia, ma se vuoi veramente raggiungere qualcosa, è un po’ ingenuo non farsi aiutare dal contesto!

Noi siamo il contesto che viviamo e quando vogliamo cambiare, dobbiamo cambiare anche il contesto.

Continuando l’esempio di prima, ogni tanto andrò in biblioteca a fare la mia ora, frequenterò gruppi di studi e di ricerca, andrò a qualche conferenza in più e posterò il mio mood il più possibile.

Le valvole di sicurezza sono invece degli strumenti da attivare quando sbaglieremo. Perché cadremo. Gli obiettivi ci fanno disperdere meno energie, ma non ci rendono invincibili. Quindi la domanda è: “Che cosa faremo, quando cadremo?”. Può essere un momento speciale per noi o un incontro con una persona specifica.

La mia valvola di sicurezza sarà una bella chiacchierata con Dario Nicoli, un docente universitario che stimo tantissimo e che fa continuamente ricerca.

Non c’è solo la volontà

La volontà fa bene, il volontarismo è un male. Riniziare è anche cura e festa. Sorridere di più ai colleghi, un momento di festa, uno scambio di battute su qualche sogno aiuta tantissimo.

Se poi lavoriamo in gruppo serve proprio un rito collettivo per riniziare insieme, altrimenti qualcuno rinizia e qualcuno… torna indietro!

Riniziare in fondo è semplicemente svegliarsi a un nuovo anno con un po’ di energia e di desideri. È scegliere di mettere l’accento sul bello che potrebbe ancora essere, anche se intorno a noi arrivano notifiche di guerra, disastri climatici, problemi economici.

Riniziare è dirsi posso ancora fare la differenza… o almeno una differenza. Esserci. In modo positivo.

Gigi Cotichella

Immagine di nuraghies su Freepik