Seconda puntata dell’educare nel digitale, dove scopriamo che è una sfida educativa che si svolge in quattro sfide precise.
UNA SFIDA CHE ACCETTA 4 SFIDE
Nella prima puntata abbiamo visto che è possibile educare al e nel digitale. Ora proviamo a vedere la complessità di questa possibilità. Per capire la sfida dobbiamo capire le sfide e per capire le sfide dobbiamo lavorare sui luoghi comuni che sentiamo dire sull’online.
Quali sono i luoghi comuni che attribuiamo all’online
- Un peso esagerato all’immagine. Le foto da postare devono essere sempre perfette e siamo tutti decisamente più belli sui social.
- Una superficialità alta. Quanti post, reel, storie, stati sono per far partire una risata?
- La facilità di fare soldi. Anche qui le statistiche schizzano per la marea di siti e occasioni in cui con il minimo sforzo si ottiene tutto.
- L’idea di avere sempre ragione. I leoni da tastiera oramai sono dentro ciascuno di noi e basta pochissimo per scatenare diatribe infinite sul web.
Se ci fate caso, sembra proprio di rivedere la società liquida di Baumann e gli effetti sugli adolescenti vittime del mito del “Tutto, subito e a nessun costo”.
Ma di chi è il problema?
Specifico subito che quando vediamo qualcosa di conforme e stabile tra gli adolescenti, allora c’entrano gli adulti. Non siamo forse noi che vogliamo sempre di più “Tutto, subito e a nessun costo?”. Non siamo forse la generazione che non sapendo più che i diritti nascono dai doveri, ci siamo dimenticati il prezzo e il valore che hanno?
La sfida per educare al e nel digitale, riparte proprio da qui. Dal nostro essere adulti e dal percorso che dovremo fare per fare verità.
Le sfide che ho elencato sopra sono in realtà dei sospetti, che nascondono dei “terrori educativi” che temiamo ormai sempre di più quando si parla dei nostri figli nel digitale: sexting, challenge, bullismo, sballo, analfabetismo funzionale.
Tuttavia la paura non educa. Non può farlo. Perché per educare serve la progettualità che è la competenza di pensare il bello che non c’è, ma che potrebbe esserci. La paura non vede il bello. Si rinchiude e fa rinchiudere in sé. Ecco che allora la sfida deve cambiare nome e inglobare le opportunità.
Cosa c’è in gioco?
Lo schema che andremo a creare nelle prossime puntate sarà strutturato su questi 4 passaggi: un sospetto, una paura, unas sfida e un’opportunità. E l’opportunità sono parole antiche. Perché nel digitale siamo ancora esseri umani, certo a volte corriamo il rischio di perdere la nostra umanità, ma non è automatico. Ecco che allora la sfida educativa nel digitale ci fa riprendere in mano la sfida educativa. Perché alla fine di questo si tratta: di esserci e di esserci con uno stile educativo.
Senza questo passaggio il rischio di parole vuote è alto. Come anche il blocco da non riuscire a fare nulla, perché ci si crede inadatti. Dobbiamo tornare a esserci e a farlo con nuove competenze. Per questo il nostro percorso sarà sempre a 4 passi e si concluderà con dei consigli pratici, perché possiamo davvero fare la differenza.
Si tratterà quindi di lavorare su di noi e di lavorare sugli altri; di affinare il pensiero e di imparare qualche strategia.
Il nostro percorso
Una tabella ci può aiutare e visualizzare il percorso delle prossime puntate.
SOSPETTO |
TERRORE |
SFIDA |
OPPORTUNITÀ |
IMMAGINE PERFETTA | Sexting / Challenge |
Identità e Narrazione |
Restituzione e Narrazione |
RISATA COMUNQUE | Sballo/ Bullismo |
Divertimento e Tempo Libero |
Gioco in Casa |
SOLDI FACILI | Sexting / Challenge |
Lavoro e Creatività |
Dignità e Fatica |
RAGIONE PERENNE | Analfabetismo Funzionale |
Comunicazione e Relazione |
Analisi e Scoperta |
In conclusione
Farsi il problema è già affrontare il problema. Se poi accettiamo di andare un po’ più in profondità prima di applicare qualche tecnica o qualche strategia, allora credetemi, metà del lavoro è stato già fatto.
Gigi Cotichella