Si lavora in gruppo o in squadra? C’è differenza tra team, equipe e staff? E la crew, l’aggiungiamo? Facciamo un po’ di chiarezza sui gruppi di lavoro per un buon team-building
Se è vero che oggi è quanto mai indispensabile saper lavorare insieme, è altrettanto vero che da sempre è difficile farlo.
Si tende a pensare che siano la simpatia e le emozioni positive a fondare la riuscita della collaborazione, eliminando tutte le possibilità di una scelta di fondo al di là di ciò che si prova. Per questo parole bellisime come collega (siamo uniti perché qualcosa al di là di noi ci lega) e soci (siamo compagni di viaggio perché abbiamo deciso di seguire un fine comune), sono invece diventate asettiche e poco coinvolgenti.
Lavorare insieme è difficile perché il metodo collaborativo o cooperativo, è un metodo che chiede subito sforzi intensi per risultati che invece richiedono tempi lunghi. Però sui tempi lunghi vince sempre.
Da qui l’importanza di fare gruppo o meglio qualcosa di più di un gruppo. E come si potrebbe chiamare questo “gruppo più di un gruppo”? Proviamo a fare un elenco vedendo tutti gli aspetti.
GRUPPO
Cominciamo proprio da gruppo. Etimologicamente deriva da “ammassare, riunire”. Si vede subito che è carente l’identità. Gruppo in sé è sinonimo di mucchio e se anche in certi mondi il gruppo ha una sua identità, possiamo serenamente dire che non è la parola giusta. Per questo molti formatori lavorano sul passare dal gruppo alla squadra. Facciamolo anche noi.
SQUADRA
In italiano indica due cose: lo strumento da disegno e un gruppo di persone che ha uno scopo
Nasce prima lo strumento ed è lo strumento proprio per disegnare i quadrati. La squadra di persone nasce in tempo romano ed è il drappello di soldati addestrato a fare quadrato, cioè nel caso di attacco, i soldati si dispongono su quattro lati, ogni soldato dovrà fare il suo difendendo la sua area e dovrà fidarsi che gli altri facciano lo stesso coprendogli le spalle. Solo così ci sarà una possibilità di salvezza. Da allora fare quadrato, significa unirsi ancora di più nei momenti difficili.
Il mondo sportivo conosce molto bene il nome e sul fare squadra, sul senso di appartenenza e di fiducia imposta tutto il suo lavoro.
Fuori dal mondo sportivo però il termine è andato un po’ fuori moda, vuoi per le concezioni negative legate allo squadrismo e vuoi perché la “squadra di lavoro” venne subito legata ai turni di operai nelle fabbriche, diventando spersonalizzante.
Da allora tutte le parole che indicano un gruppo di lavoro specifico sono di origine straniera…
TEAM
Il primo è team, che di fatto è la traduzione proprio di squadra. Il team si riconosce per la collaborazione allo stesso lavoro o che hanno in comune uno stesso fine, permanente o temporaneo. L’etimologia indica alla base parole come disegnare, condurre, portare. C’è quindi un obiettivo, una meta che spinge il team. Ma c’è anche un lato di coinvolgimento, perché la stessa parola indicava all’inizio la figliolata degli animali domestici da tiro: il team nasce da animali da lavoro e indica una sorta di “fraternità” nata dalla nascita in comune, che sarebbe poi diventato l’obiettivo in comune. D’altra parte la competenza di lavorare insieme si chiama teambuilding, spesso formata attraverso eventi specifici che si chiamano… teambuilding!
EQUIPE
Team è sinonimo del francese equipe. Doppia origine da un lato una radice di navigazione, da cui anche scafo e ship inglese; dall’altro una radice che indica ordinare, predisporre. Da qui l’insieme delle cose che servono per navigare sia come persone (equipaggio) sia come oggetti (equipaggiamento).
Per i gruppi di lavoro non riusciamo più a usare equipaggio, che abbiamo vincolato al mondo navale, meglio equipe, che però riprendendo proprio l’identità dell’equipaggio, ha assunto i connotati della multiprofessionalità. Perciò meglio equipe per i gruppi multiprofessionali e team per quelli monoprofessionali? Non sembra così chiaro, anche perché i diversi mondi tendono anche a creare linguaggi per moda: nell’industria si usa più team, nel mondo sociale più equipe.
STAFF
Qui cominciano i dubbi. Quando parliamo di staff? L’etimologia indica bastone, inteso come segno di comando. Dovrebbe essere un gruppo di lavoro che sorregge l’azione di chi comanda attraverso azioni di controllo, ricerca, consiglio, ma non è responsabile della decisione ultima che rimane al capo. Si tratta quindi di un gruppo consiliare, propositivo e non deliberativo, che sostiene la dirigenza.
Da noi si è imposto per indicare la parte tecnica: lo staff di un concerto di una band è l’insieme di chi si occupa della realizzazione del concerto, tranne ovviamente i componenti della band stessa!
CREW
Ultimamente è comparso anche questo termine. Crew. Si è imposto proprio nel mondo tecnico, nei paesi anglofoni non si usa staff per chi realizza il concerto ma crew.
La cosa divertente è che crew è il sinomino più forte di equipe perché ha derivazione nautiche, anche se l’etimologia indica “aumentare”.
Il termine è stato “rubato” dal mondo hip-hop e indica un gruppo di rapper o di writer. Forse è il caso dove le individualità sono maggiormente esaltante, anche se rimane l’obiettivo di gruppo.
Attualmente nel mondo del lavoro viene usato solo nel campo gastronomico, forse perché la crew di un ristorante, deve lavorare insieme come un equipaggio, deve sempre aumentare il suo livello e ha un ruolo artistico in ogni settore.
IN CONCLUSIONE
Lavorare sui nomi dei gruppi non è soltato una tecnica di marketing, può essere un grande strumento per le risorse umane e per lavorare sulla crescita del personale. È anche un modo per gestire i gruppi di lavoro facendo maggior leva su appartenenza e mission, senza però creare false illusioni.
Dare il nome giusto alle cose è sempre segno di ordine. L’ordine non è un bene pieno in sé, perché una relazione asettica è di fatto molto ordinata, ma non piace molto. L’ordine permette la novità generativa, che di solito è sempre un po’ caotica, e permette soprattutto di capire dove operarla. Per questo definire i gruppi in un certo modo serve solo per capire come portare un miglioramento ai gruppi stessi e alle singole persone e serve anche per orientare bene la formazione fin dai primi passi.
Noi AGO abbiamo fatto questo lavoro quando abbiamo definito l’equipe e il team. E c’è anche una squadra, ma ve ne parleremo più avanti.
GG Cotichella