Digitare digitale
È stato un week-end di incontri. In digitale, per parlare di presenze educative e in presenza, per parlare di educare nel digitale.
Ho iniziato giovedì sera con gli amici della pastorale giovanile della diocesi di Acireale (CT). Ogni anno per d. Bosco organizzano delle serate educative. Anni fa ero andato proprio a una di queste. E questa volta sono tornato, in formato digitale. Ho visto volti, ho ascoltato voci, abbiamo giocato insieme, abbiamo parlato di comunicazione (il tema) e siamo arrivati anche a scoprire la comunicazione di Gesù, che guarda caso è pienamente in linea con tutte le scoperte attuali delle neuroscienze per quello che riguarda proprio la comunicazione. Ci sono state persone che mi hanno contattato dopo. Alla faccia del virtuale che non sarebbe reale! È reale, perché è reale il tempo che da entrambi le parti investiamo, perché è reale il tempo di preparazione. Diventa “più reale” se sono reali i segnali di accorgimento che diamo: è il cosiddetto feedback comunicativo che va di pari passi con l’ “I CARE” educativo. Il digitale è un mondo dove possiamo fare la differenza. Fare la differenza non significa mitizzarlo, preferirlo alla presenza a tutti i costi. In tempi pre-pandemici e quindi non sospetti, già si teorizzava che la formula formativa migliore fosse il blended, ovvero il metodo misto: momenti in presenza e momenti su supporti digitali, il tutto sapientemente mescolati.
Venerdì e sabato invece sono stato a Rebbio (CO), per un’edizione ridotta della settimana dell’educazione, sempre in onore di d. Bosco. Ho fatto un incontro per genitori, insegnanti, catechisti ed educatori e due laboratori per preadolescenti e giovani.
È stato arricchente. Più di altre volte. Sia per qualche nuova sperimentazione (davvero bello il format sul decalogo delle parole ostili!) sia per i feedback ricevuti. Qualcuno anche dopo, online. Una persona mi ha chiesto se ci fossero delle dispense. Non ci sono. Ma ho pensato che sarebbe bello fare una serie di articoli sull’ultima parte della serata, quella quando vediamo che dietro ogni terrore digitale che noi adulti abbiamo sui giovani, ci sono in realtà una sfida e un’opportunità educativa per noi adulti verso quegli stessi giovani.
Voi che ne dite, può essere utile?
Due bei momenti, davvero, che mi hanno ricordato ancora una volta che ogni volta che digitiamo nel digitale abbiamo una bellissima opportunità, possiamo fare la differenza, possiamo accettare la sfida di vivere i nostri tempi. E per ricordarmelo ho deciso di digitalizzare letteralmente, la mano che possiamo offrire quando viviamo il digitale.
- Pollice: sottolinea sempre il positivo. Non è essere ingenui, è cercare nel mare di criticità la positività.
- Indice: indica una soluzione, una proposta, sapendo che varrà anche per te, perché quando indichiamo qualcosa, un dito è puntato verso quell’obiettivo e tre dita verso di te!
- Medio: due messaggi insieme per il dito più grande! Il primo è di ricordarsi sempreciò che è più importante mentre scrivo, posto, taggo, condivido. Il secondo… beh gli insulti non portano mai da nessuna parte, soprattutto se fatti in piazza!
- Anulare: ravviva la relazione, le alleanze. Ricordare che cosa ci lega rende più efficace i nostri post.
- Mignolo: cura i piccoli particolari. Scegli bene le foto e le parole. Metti la giusta emoticon. Perdi tempo anche nel condire in leggerezza.
Ora mi sembra davvero tutto. Noi ci leggiamo lunedì prossimo e nell’attesa…
…Buona settimana, buona vita (in presenza e in digitale), buon tutto!
Gigi Cotichella