GIOCARE IN FAMIGLIA FA BENE?

Riportiamo un articolo nato dalla collaborazione con Piùdidue, un blog per famiglie numerose, ma utile  a chiunque abbia dei figli. Gigi Cotichella scrive sui giochi da tavolo in famiglia.

I benefici di un gioco da tavola per la famiglia

Quindici anni fa nessuno se lo aspettava, ma il Gioco da Tavolo in Italia era dato per morto o molto al limite. Oggi è un settore in continua crescita, sia per appassionati del settore sia per i neofiti che si avvicinano. Non con qualche dubbio, perché magari si pensa ancora: “Bello Monopoli o Risiko però… quanto è lungo… è sempre la stessa cosa… è roba antica…”.

La prima grande novità è che il gioco da tavolo è davvero cambiato e oggi ce ne sono di tutti i tipi: veloci e lunghi, semplici e complessi, competitivi e collaborativi, per due e/o per tanti, ecc. Ma la vasta offerta di titoli non spiega perché una famiglia dovrebbe usare un gioco da tavolo.

Da sempre il numero 4 è il simbolo della casa e della solidità. E allora voglio darvi 4 motivi validi, che tra l’altro ci aiutano anche a rendere più salda la nostra famiglia.

1. Il rito

Ogni famiglia ha bisogno dei suoi riti. Oggi ancora di più. Perché nel rito noi diciamo chi siamo e diciamo il mondo che vorremmo avere. Il rito, infatti, è un modo in cui noi modelliamo il mondo e questo vale per i riti religiosi, ma anche per i nostri riti quotidiani. Se avete il rito del caffè mattutino e qualcuno prova a togliervelo, capite di che cosa sto parlando. Il rito è più dell’abitudine per il senso che gli diamo, per la forza quasi magica. Avere un momento settimanale in cui si gioca con la famiglia tutti insieme è qualcosa che ci fa crescere come famiglia. E il tavolo da gioco aiuta molto in questo, perché c’è il rito della preparazione (prendi la scatola, prepara i materiali), la dimensione fantastica del gioco (l’ambientazione, i ruoli) e la chiusura del rito (rimetti tutto a posto per la prossima volta).

Il rito del gioco è un appuntamento per stare bene come famiglia e crescere tutti insieme.

2. Il gioco

Noi impariamo a vivere e ad apprendere nel gioco. È la cosiddetta “dimensione ludico-esplorativa”. È quella cosa per cui i nostri figli piccoli ci fanno fare piegamenti, buttando continuamente cose a terra, o corrono improvvisamente, attratti da qualche nuova scoperta. Il gioco poi ci educa al dono perché impariamo, a fatica, a fare spazio all’altro: condividiamo il giocattolo perché intuiamo che l’altro sia un giocattolo meraviglioso. E’ un processo faticoso, ma guai a sfuggirgli: eliminare la fatica del confronto nel gioco, cercare la scappatoia nei videogiochi troppo presto, non aiuta a crescere.

Il modo in cui abbiamo giocato o non giocato da piccoli ci fa crescere in un certo modo. Rigiocare a tutte le età aiuta a far emergere questi limiti, ma aiuta anche a superarli. Dobbiamo ricordarci che il gioco rimette a posto l’umano. Tanti fenomeni di bullismo, ridicolizzati poi a “ma era solo un gioco”, segnalano la mancanza di tempi veri di gioco sano. E questo benessere del gioco vale a tutte le età, anzi, spesso gli adulti che non giocano finiscono in vere e proprie trappole del divertimento (gioco d’azzardo, ludopatia, dipendenze da internet). Se non lo sapete, i giochi da tavolo sono nati per gli adulti, e per adulti con incarichi importanti: prima ancora degli scacchi, c’era il Senet per i faraoni e i suoi dignitari e il Gioco Reale di Ur… e il nome mi pare dica tutto.

3. Le regole

Spesso quando si comincia a giocare in famiglia, il divertimento è ostacolato dall’impazienza dei figli, dall’incapacità a perdere, dalle rivalità tra fratelli. In realtà, quelli sono i segnali di guarigione. Il gioco ci porta in un mondo fantastico dove possiamo essere altro e quindi sperimentare tutto senza reali conseguenze nella vita normale: se perdo tutto a Monopoli, il mio conto in banca rimane lo stesso. Nel gioco quindi posso, e per certi versi devo, vivere la frustrazione, l’allenamento alla gestione della vittoria e della sconfitta. E man mano che le vivo, imparo a viverle, è come se producessi anticorpi contro la rivalità, la depressione, la violenza.

E poi ovviamente le regole del gioco sono fondamentali perché valgono per tutti. Quindi non educhiamo all’onestà perché diamo delle regole noi genitori, ma educhiamo all’onestà perché viviamo le regole insieme ai figli e anche perché permettiamo ai figli di ricordarcele, e chi gioca sa quanto questo spesso accade.

4. L’alternativa

Nel gioco in famiglia noi cresciamo insieme. Il gioco da tavolo ci permette di crescere con i figli, perché ce ne sono di tutti i tipi. Consiglio a tutti di avere una piccola collezione di famiglia in cui provare l’alternativa. Far scegliere ogni volta a un componente il gioco da fare è un bel modo per educare alla partecipazione e all’accettare che al mondo quello che ci rende tutti uguali è proprio l’unicità di ciascuno. Anche far scegliere a turno il gioco nuovo da comprare è una buona prassi.

Se avete paura di spendere troppo, potete sempre creare un circuito tra famiglie in cui scambiarvi i giochi, un ottimo modo per educare alla condivisione.

E poi il gioco da tavolo è l’alternativa, anche ecologica, a tablet, telefoni, televisioni, senza dover insistere troppo. L’importante è partire il prima possibile per creare una buona tradizione.

In conclusione

Ora non vi resta che mettervi in gioco e giocare. L’importante è partire. Cominciare con un gioco, cominciare a parlarne, cominciare a leggere qualcosa su internet, che è pieno di recensioni, video tutorial, consigli, e-commerce e negozi specializzati.

Tra tutti questi mi ci metto anche io, alternando articoli sul come crescere in famiglia con il gioco da tavolo a recensioni di giochi con il bollino “OK” per giocare alla grande, magari anche aggiungendo qualche trucchetto educativo.

Gigi Cotichella

 

 

 

 

 

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