Proseguiamo il viaggio dentro le sei leggi del palco. Approfondiremo insieme e scopriremo la terza e la quarta legge.
I poli che esistono sul palco
Il palco è uno spazio non tanto e non solo fisico, quanto e soprattutto dettato dalla capacità della persona di saperlo creare. Questo lo abbiamo già detto con il primo articolo su che cos’è l’animazione da palco e con la prima e la seconda legge.
Il palco si crea. Mi sembra importante ribadire questo concetto, perché nel palco – in quello spazio che non è solo fisico – esiste anche un equilibrio dettato da tre poli che coesistono e si alternano nella misura in cui chi sta sul palco riesce a gestirli e a richiamarli tra loro.
Ti restituisco un’immagine prima di rivelare questa terza legge: chi è sul palco è come un giocoliere che tiene in mano tre sfere e inizia a farle girare per aria. Può alternarle lanciandole una per una, come il movimento basilare della giocoleria chiede, ma può creare geometrie per aria che consentono di lanciare le sfere anche due per volta, aggiungere delle sequenze di lancio differenti, ma mantenendo il tutto sempre in un equilibrio magico, ma soprattutto senza farle mai cadere.
La terza legge del palco: equilibri e richiami
Queste tre sfere sono un po’ come i tre poli che sto per presentarti: esistono a prescindere dall’attenzione che gli si dà, ma se si riesce a considerarli, il risultato della nostra performance avrà certamente una linearità, una coerenza e una chiarezza verso il nostro pubblico e risulterà difficile non riuscire a farsi comprendere.
Ecco allora la terza regola del palco: sul palco, messaggio, relazione e messa in scena devono sempre equilibrarsi e richiamarsi.
Messaggio, relazione e messa in scena sono le nostre tre sfere. Ma cosa racchiudono questi tre elementi? Vediamolo.
Il messaggio è ciò che vogliamo dire: la morale, il messaggio, il tema, il contenuto.
La messa in scena è caratterizzata dal come scelgo di veicolare quel contenuto: si parte dal tipo di percorso scelto per arrivare a svelare il messaggio, ma si passa dalla tipologia di strumenti e modalità di cui mi servirò. Questo richiama tutto il mondo delle tecniche comunicative, di coinvolgimento attraverso diversi linguaggi (gioco, teatro, video, audio, ecc.);
La relazione è il ponte tra le prime due: senza relazione non può esserci una trasmissione di contenuto. Senza relazione non possiamo chiedere al pubblico di mettersi in gioco dentro la messa in scena, anche fosse solo seguire attentamente un video che proiettiamo.
Equilibrio tra sfere
Questi tre elementi devono equilibrarsi tra di loro. La cosa bella è che l’equilibrio non lo dai solamente tu sul palco, ma anche il pubblico. Ci sarà un pubblico che avrà necessità di vivere un tempo più prolungato con una maggior messa in scena e relazione, per riuscire ad arrivare al messaggio. Ci sarà, però, anche quel pubblico che avrà necessità di avere più messaggio e relazione in un determinato momento della tua performance. Ed è così che ritorniamo all’immagine del giocoliere. Chi sta sul palco sa qual è il messaggio, studia la modalità migliore per trasmetterlo. Se non crea quel ponte di relazione, tuttavia, l’incontro con il messaggio non potrà avvenire automaticamente. Non è una regola matematica, non è un dogma, ma un’attenzione da avere su tutti e tre questi elementi. Una messa in scena da sola potrà anche divertire, ma non avrà una direzionalità e rischierà di confondere. Un messaggio da solo potrebbe risultare troppo distante dal pubblico. Una relazione da sola potrà trasformare il tutto in una piacevole chiacchierata, ma le persone da un palco si aspettano anche altro.
Questo ci collega alla quarta legge a cui fare attenzione quando si sta su un palco: la sintonia con il pubblico.
La quarta legge del palco: la sintonia con il pubblico
Nel mondo della comunicazione, che si tratti di un palco, di una sala riunioni o di un’aula scolastica, spesso ci si focalizza sull’importanza della performance. Tuttavia, però, “Non è il pubblico a dover entrare in sintonia con me, ma sono io che devo entrare in sintonia con il pubblico“: e quindi? Cosa significa?
La parola “sintonia” evoca un concetto profondo e complesso, essenziale nel contesto delle relazioni interpersonali e della comunicazione.
La sintonia è la capacità di entrare in connessione con un altro individuo, di comprendere le sue esperienze e il suo punto di vista senza necessariamente farsi carico delle sue emozioni. Questo processo si differenzia dall’empatia, che implica una sorta di “assorbimento” delle emozioni altrui e che, pur essendo un elemento fondamentale nelle relazioni umane, può talvolta portare a una fusione emotiva in cui si rischia di perdere il proprio equilibrio.
Sintonia in equilibrio
Al contrario, la sintonia rappresenta un equilibrio delicato: è l’arte di essere presenti per l’altro, creando uno spazio in cui ci si può esprimere e sentirsi ascoltati. Quello spazio consente di esserci, ma anche di non fondersi e confondersi, di restare, condividere e accompagnare.
La sintonia, però, si distingue anche dall’atto di “pensare il pensiero” dell’altro in quanto supera il piano cognitivo e analitico, implica una connessione più profonda e permette, in questo modo, una relazione con l’altro autentica.
Una consapevole presenza
La sintonia, dunque, non è solo una questione di comunicazione efficace: è un invito a essere presenti e a condividere esperienze.
Entrare in sintonia con il pubblico, qualsiasi esso sia, significa osservare, ascoltare e adattarsi alle sue esigenze e aspettative. È un processo attivo che richiede consapevolezza e capacità di lettura delle dinamiche sociali. La sintonia rappresenta un elemento chiave nella nostra capacità di relazionarci con gli altri in modo sano e costruttivo. Essa ci permette di essere vicini senza invadere, di comprendere senza assorbire, e di condividere senza perdere la nostra individualità. In questo equilibrio, possiamo realmente supportarci a vicenda nel nostro cammino di crescita e di scoperta personale.
Conclusione
In conclusione, la terza legge ci insegna che, quando siamo su un palco, qualunque esso sia, è necessario entrare in relazione con il pubblico che abbiamo di fronte. Solo in questo modo è possibile trasmettere un messaggio e fare in modo che questo venga compreso da tutti.
La quarta legge, invece, ci ricorda che la chiave per una buona relazione con il pubblico risiede nella nostra capacità di entrare in sintonia con gli altri. Solo comprendendo le emozioni e le esperienze di chi ci circonda, possiamo costruire. Qualunque sia il settore di cui ci occupiamo.
Manuel Carboni, Elisabetta Pia
Foto di Manuel Carboni