ETERNITA’ E SESSO

L’eternità ha il sapore di un amore vivo e bruciante. Una passione che non si esaurisce, che va oltre il limite fisico della pelle, sfiora e osa spalancare dubbi e timori inconfessabili. 

Il potere della fine dell’anno e del fine della pelle

Insegno ormai da anni in un istituto professionale. Ogni mattino ho l’occasione di confrontarmi con ragazzi che mettono insieme i pensieri con le mani così come farebbero con un carburatore. Sono ragazzi per nulla ingenui e molto profondi. Raramente, però, si guardano dentro perché è un po’ come guardare dentro al bidone dell’olio per i motori… si vede tanto nero, a volte tanto buio. E’ come un pozzo profondissimo.
Con loro vivo la grande occasione di portare i più alti concetti di teologia nel concreto di una terra che, questa volta, non è astratta, ma bassa davvero, a volte fangosa, a volte fredda, però spesso molto generativa.

Attenzione ad intermittenza

Negli anni ho scoperto che sono affascinati da molti discorsi. Quelli che vanno per la maggiore sono le marmitte e le ragazze. Le ore di scuola, e quindi l’attenzione, per loro sono davvero un dramma. Solitamente la loro concentrazione dura meno del tempo di una scossa elettrica tra interruttore e lampadina. Si adagiano sui banchi verso le ultime ore della mattinata come trichechi dell’antartico a caccia di sole. Assonati da nottate di Netflix, vagano in compagnia di Orfeo come bambini in una culla.
In quei momenti, come quando il chiacchiericcio supera i decibel consentiti anche a un DJ, la mia pazienza viene assalita dal furore di Mattia per le cose sacre. Nel tempo però ho imparato che se si annoiano il problema non è sempre loro, a volte è forse che i contenuti proposti fanno davvero venire sonno.

Il magnetismo delle parole giuste

In questi anni però ho sperimentato che ci sono due parole capaci di catturare l’attenzione dei più distratti. Sono due parole che fanno ritornare in classe anche chi aveva già raggiunto Honolulu con il vecchio Merlino: scrutini e sesso. Forse perché iniziano entrambi con il sibilo degli incantatori di serpenti, catturano immediatamente l’attenzione anche dei più lontani. Spesso mi basta dire “si avvicinano gli scrutini, questo semestre sta per finire, siamo alla fine di questo anno” per avere l’attenzione di tutti. Oppure frasi del tipo “quando baciate la vostra ragazza… quando due persone fanno l’amore… quando ti innamori e non sai più che dire davanti alla tipa che ti piace…”.

Sapore d’eternità

È qui che ho capito che anche gli adolescenti più lontani, quelli che sembrano più disinteressati hanno un bisogno altissimo di ascoltare parole nuove su tutto ciò che riguarda la fine/il fine e il sesso e l’amore. Non c’è giorno che in una delle classi non mi fermi, a volte anche per l’intera ora di religione, a parlare di ciò che c’è dopo la morte. Portano dentro domande profondissime, a volte sono spaventati e impauriti, e anche quando tentano di porre sopra un velo di indifferenza con un “tanto il paradiso non esiste” rimangono fortemente incuriositi nell’ascoltare parole che ridanno il senso al pettinarsi ogni mattina pur sapendo che il corpo marcirà con i vermi. Ho scoperto così che i ragazzi hanno un bisogno altissimo di adulti che parlano di vita eterna, di ciò che non finisce, di ciò che non muore. Di Paradiso. E purtroppo parliamo in queste ore tanto di sacramenti e di religioni, ma troppo poco di ciò che ha conquistato nei primi secoli intere generazioni di pagani: la vita eterna promessa da Gesù di Nazareth.

Corpo incarnato

E poi c’è il sesso. Il potere magico di questa parola è più efficace della bacchetta di Herry Potter. Ogni chiacchiericcio si interrompe ed anche i più distratti si riconnettono al suono di questa parola. Inizialmente, soprattutto nelle classi dei più piccoli, qualche volta scappa qualche risatina ma ogni volta che parlo di sessualità e di affettività l’interesse e la partecipazione sono massime. Questo ha fatto nascere in me diverse riflessioni sul tema.

Sete di vita piena

Sono almeno tre le sfumature che colgo dietro l’atteggiamento dei ragazzi. Innanzitutto, ho capito che i giovani sono assetati di sesso o, meglio, hanno un desiderio profondissimo che qualcuno parli esplicitamente del corpo umano, della dimensione relazionale e delle dinamiche infinite che ci sono nel cuore umano. La loro sete è strana, perché non c’è secondo della giornata in cui non siano immersi in una totale sollecitazione dove ogni curiosità sessuale può essere soddisfatta. Dalle perversioni alle voglie che diventano passioni. Tutto e per tutti, a qualsiasi età (purtroppo). Eppure, hanno voglia che qualcuno ne parli, che provi a dire qualcosa, si sentono intrappolati in un infinito trailer senza vivere mai davvero.

Oltre la tecnica 

La seconda cosa che mi ha colpito è che hanno una conoscenza tecnica perfetta del mondo della sessualità. Sanno letteralmente tutto, con sfumature di terminologie che anche chi ha 4 in inglese, cita comunque in lingua originale senza bisogno di traduzione. Sanno tutto del sesso. Ma hanno un bisogno profondissimo di qualcuno che parli di che cosa significa fare l’amore. Se conoscono tutto della teoria, sono perfettamente analfabeti sull’affettività.

Essere adulti in un contesto senza riferimenti

La terza cosa che ho capito è la più drammatica. Il motivo per cui l’attenzione si risveglia in una adolescente che da un adulto sente parlare di affettività e di sesso non è solo per il tema in sé, ma proprio perché a farlo è un adulto. Non sono abituati ad adulti che parlino di sessualità dentro un’armonia, senza cedere a giudizi e ad estremismi, senza il peso di traumi o di paure. Adulti che non spiegano semplicemente come si fa ma anche il perché è bello.

Il dubbio sano

E cosa succede quando parlando di sessualità e di affettività insinuo il dubbio nel cuore e nella mente di un adolescente che proprio mentre vivi la sessualità puoi incontrare Dio? Ho visto un mare di commozione davanti a questa speranza.

L’eternità è l’amore.

Credo che tutte le altre parole siano solo di contorno.

Emanuele Bortolazzi

 

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