COMPRARE UN GIOCO NUOVO IN FAMIGLIA

Che fatica comprare un gioco nuovo per la famiglia! Sarà quello giusto? Piacerà? E se ci fosse un modo per educare al di là del risultato dell’acquisto?

Non pensare al gioco giusto, pensa a comprarlo bene!

Quando i figli sono piccoli, chiunque compri un gioco pensa alla sorpresa, all’effetto meraviglia da suscitare.
Man mano che si cresce l’effetto sorpresa rimane, ma lavora sulla “conferma”: «È proprio quello che volevo!».
Capita così che se abbiamo preso l’abitudine di giocare in famiglia, anche l’acquisto di un gioco può essere la scusa per continuare ad educare: l’importante è puntare più al comprarlo bene che non a pensare al gioco giusto.
Per farlo, ecco qualche consiglio doc!

Il rito

Se è un regalo a sorpresa, puntate tanto sulla dedica e sul biglietto. A tal proposito, vi ricordo Dillo con un gioco – dediche pronte da usare l’ebook gratuito che suggerisce le dediche adatte in base al gioco e alle persone per i nostri giochi sul Pagliaio. Se anche i giochi fossero diversi, puoi sempre prendere qualche spunto per scrivere una dedica originalissima.
Se invece si vuole portare vostro figlio o i vostri figli a comprarlo con voi, rassegnatevi: sarà un’impresa che richiederà energie epiche, ma potreste sempre trovare spunti educativi:

  1. Decidete il budget. Decidete una somma massima e comunicatela prima della scelta. Poi fatelo cercare fin quando ha voglia. Può fare quello che vuole, anche comprare due giochi piccoli, purché la somma delle cifre sia minore di quella pattuita. Non cedete se trova un gioco bellissimo che costa poco di più: potrà decidere di mettere i soldi da parte per comprarlo più avanti!
  2. Decidete lo stile. Utile quando si porta un figlio con voi per scegliere insieme il regalo al fratello o alla sorella più piccola. Si decide prima uno stile, un tipo di giochi e poi si sceglie in quell’ambito lì.

Entrambe le scelte danno il senso del limite ed allenano a decidere.

Mio e di tutti, mio è di tutti

Se avete più figli, alternate i giochi scelti per il singolo, a giochi che sono per tutta la famiglia, e su questo i Party Games restano intramontabili anche con il passare degli anni. Questa modalità aiuta a capire che in realtà ogni gioco è di fatto un gioco per la famiglia, anche se il singolo destinatario va rispettato. Fare in modo che tra fratelli si chiedano il permesso per utilizzare delle cose è un’educazione necessaria per il rispetto e anche un segnalatore per voi della generosità dei vostri figli. Perché sì, educare alla generosità è più importante che educare al rispetto, ma questo non vuol dire eliminarlo.

Il posto

C’è poi il posto per riporre il gioco. Man mano che i figli crescono, l’ideale sarebbe avere quell’angolo specifico, quella libreria dedicata. È il luogo dei giochi, il luogo magico da cui prendere quella giusta dose di magia per far divertire la famiglia, farla ridere, farla stare bene. Il posto dei giochi è anche un modo per educare alla condivisione e all’appartenenza: i giochi, anche se di ognuno, diventano di tutti. E tutto questo con un solo semplice gesto.

E se fosse sbagliato?

Il rischio c’è: compri un gioco e poi non piace. Potrebbe essere un danno, ma anche qui alcuni consigli per educare in ogni caso.

  1. Rigiocaci. Dagli una seconda occasione qualche giorno dopo. A volte certi giochi vanno assaporati di più, a volte la frenesia di provarlo subito, ci ha fregato con una certa ansia da prestazione. Rimetterlo sul tavolo una seconda volta può sorprendere.
  2. Parlane. Perché non ci è piaciuto? Che cos’è che cerchiamo allora in un gioco? Quali sono le domande che dobbiamo fare per capire come non sbagliare la prossima volta.
  3. Rivendilo. Accompagnare i ragazzi a rivenderlo online, curando che i soldi finiscano in un “fondocompragiochi” può essere l’ultima spiaggia educativa, ma non per questo per forza la più brutta.

Gigi Cotichella

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