E DOPO AVER LETTO UN BUON LIBRO?
Se volete qualche strategia per leggere e usare al meglio ciò che avete letto, questo è l’articolo per voi.
Vi piace leggere? A me tantissimo! E una delle cose che mi piace di più sono le idee che ti vengono in mente quando leggi. Idee utili moltissimo con il lavoro che faccio, ma che invecchiando diventano un problema: me le ricorderò? Le saprò ritrovare quando ne avrò bisogno per un articolo, un incontro, un approfondimento?
Ecco allora che nel tempo mi sono fatto aiutare da alcune tecniche o espedienti. Te le riporto qui, ma dopo tre necessarie premesse.
A. Leggere fa bene!
Prima di tutto devi credere che leggere fa bene anche se non ti ricordi assolutamente nulla. Ho sentito una volta una storia su questo tema.
Un discepolo andò dal suo maestro per chiedergli che senso avesse leggere se poi non ricordava nulla. Per tutta risposta, il maestro gli diede un setaccio vecchio e sporco e chiese al discepolo di riempirci un secchio con l’acqua del fiume.
Il giovane era abbastanza perplesso, ma provò perché così che gli era stato detto.
Dopo numerosi tentativi vani, tornò dal maestro e sconsolato si dichiarò sconfitto.
Il maestro sorrise e gli disse di guardare il setaccio, che a furia di tentativi era tornato lucido e splendido. «Così è per la lettura: anche se non trattieni niente, mentre leggi tu torni splendido».
B. Leggere bene è più di leggere tanto
Non ti parlerò di tecniche di letture veloci, perché non ne sono un esperto, ma di come rendere più fruttuosa la tua lettura. Per quanto sia utile leggere, qui mi soffermo per far sì che un po’ ti resti di quello che hai letto. Se invece devi leggere tot libri per una scadenza, allora devi cercare le tecniche altrove: diciamo che qui ti dico come correre un po’ al giorno nel modo migliore, per la preparazione alle Olimpiadi, hai bisogno di altri allenatori!
C. I libri vanno consumati!
Io sono per l’usura del libro mentre si leggono! I libri vanno letti, sottolineati, scritti, orecchiati, postittati! Se il libro è un nutrimento per l’anima… beh ricordati che il cibo va masticato, trasformato. Non aver paura di fare le orecchie ai libri, perché è la dimostrazione che ci stanno parlando! I libri vanno consumati, perché è un rapporto d’amore, con tutto quello che ne consegue.
L’unica regola è che ognuno lo vive a suo modo! Per esempio io faccio fatica a sottolineare a penna, ma mi piacciono molto le matite colorate. E tu che metodo hai per segnare che un libro ti ha lasciato il segno?
Dette queste tre premesse ecco ora tre tecniche per leggere bene.
1. Simboli e connessioni
La prima tecnica l’ho studiata quando ancora non facevo le schede dei libri e le schede dei temi (vedi dopo) e mi ha salvato quando dovevo ritrovare dei materiali una volta letto il libro.
La base di questa tecnica è il nostro ragionamento stellare: quando noi leggiamo o ascoltiamo, nella nostra mente connettiamo con altro. È la base della creatività, come ci ricorda il binomio fantastico di Gianni Rodari e della connessione per link di internet. Ne parlo anche nel Manuale dell’Imperfetto incontro formativo (p. 55-56). L’idea fondamentale è tenere traccia di queste connessioni. Le connessioni che ci vengono in mente sono quelle con le nostre emozioni e quelle con le nostre conoscenze.
Io utilizzo dei simboli per le prime e i nomi degli autori (o titoli di libri, film, canzoni…) per le seconde.
Sui simboli ti dico già che ognuno si deve inventare i suoi e farlo anche più volte! Io per esempio questi simboli li ho cambiati più volte nel corso del tempo.
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Questa che vedi è la BETH ebraica. Con il punto si legge “B” e senza “V”. La uso senza punto per qualcosa che trovo vero e con il punto per qualcosa che è bello, che mi fa dire “UAU” |
Disegno una piccola pala (ma va bene anche una freccia in giù) quando quello che ho sottolineato è qualcosa che devo approfondire con un po’ di ricerca. | |
Uso il simbolo del copyright per indicare che la frase sottolineata è utilissima per una citazione. |
2. La scheda libro
Una volta letto il libro ho imparato che è importante fare una scheda. Io sono per una scheda bella e utile e a più livelli.
Per il primo livello uso lo schema che uso per B.U.O.N.I. Di fatto rispondo ad alcune semplici domdande, obbligandomi a scrivere per un altro e in poche righe:
- Che cos’è: descrizione del libro
- Perché leggerlo: una motivazione che indica la validità
- Per chi: a chi è più adatto
- Un punto forte: l’argomento che mi ha colpito di più
- L’idea regalo: se sai a chi regalarlo, sai in che cosa vale
- L’autore: lo conosco? Che cosa ho letto di lui o di lei?
- La pagella: do tre voti su leggibilità, concretezza, collegamenti.
Per il secondo livello invece mi rifaccio a un video di Luca Mazzucchelli che ti consiglio vivamente. L’ho trovato quando avevo già scritto l’articolo… e ho dovuto inserire qualcosa in più, quindi merita! Si tratta di aggiungere altre 3 domande che di fatto sono un ottimo esercizio di sintesi sul libro:
- Quali sono le cinque migliori idee di questo libro?
- Se dovessi sintetizzarlo in un biglietto da visita, che cosa scriveresti?
- Qual è il 20% che può darmi l’80% dei benefici?
Per il terzo livello invece lavoriamo duro. Io riscrivo l’indice particolare, quello cioè non solo con i capitoli, ma anche con i paragrafi. Poi per ogni paragrafo scrivo una breve sintesi, facendomi aiutare dai simboli.
3. La scheda tema
Nello studio noi separiamo per argomenti, ma nella vita viviamo tutto insieme. Il mio approccio è sistemico, olistico, cioè di insieme. Questo fa sì che un libro sul gioco possa avere stimoli utili per uno sviluppo di comunità e viceversa. Per questo motivo mi sono fatto delle schede word divise per tema. Su ognuno riporto i link di siti utili che ho trovato (così almeno do un senso a quando mi perdo nell’etere!) e anche eventuali pagine, paragrafi o capitoli di libri. In questo modo quando devo affrontare un tema ho già un po’ di ricerca avviata.
A questo punto non ti resta che metterti sotto, buone letture con molta serenità. L’importante è continuare a leggere e poi man mano, come al solito, prendi il bello e l’utile di questo articolo e continua a crescere.
Gigi Cotichella