Scriviamo tante cose oggi. Post, messaggi, tweet, email. Io ho deciso di scrivere ai miei figli per raccontare loro la mia fede. Che ho riscoperto a 45 anni.
Carissimi Simone, Chiara, Francesca, Valentina,
scrivervi mentre voi siete di sotto a giocare forse fa un po’ sorridere. Ma a volte è un buon modo per prendersi del tempo per ordinare i pensieri. E quando uno scrive in fondo regala lo stesso tempo agli altri: lo scritto rimane lì, pronto per essere letto e riletto finché si vuole.
Perciò vi scrivo. Per dirvi cosa? In realtà per dirvi “Chi”. Vorrei dirvi quel “Chi” che mi hanno presentato da bambino, su cui ha sempre ruotato tutta la mia vita ma che ho conosciuto in profondità solo da poco.
E’ stato un incontro tosto. Perché così Dio va conosciuto, incontrandolo. Solo se c’è un incontro Dio fa davvero la differenza nella vita. Per questo vi auguro di incontrarlo Dio. Ma siccome sono vostro padre vorrei aiutarvi a riconoscer Dio. Perché c’è anche il rischio che vi passi a fianco e voi non lo notiate.
E allora vi dico due caratteristiche così sapete che dove ci sono quelle… beh Dio non è tanto lontano.
Gesù ci ha presentato Dio come Padre, Figlio e Spirito Santo. Inoltre Dio ha tanto amato l’uomo da darci suo Figlio, e Gesù ha preso talmente bene questo impegno che per amarci si è fatto uomo lui stesso. Sono due aspetti meravigliosi su cui ognuno di noi si gioca la felicità di tutti i giorni: relazione e prossimità.
Dio è relazione. E noi siamo fatti a immagine di Dio. Per questo la chiave di senso si trova nelle relazioni. Nel come trattiamo gli altri. Perché gli altri sono il termometro della nostra fede.
E come dovremmo relazionarci con gli altri? Gesù è stato molto chiaro: facendo noi il primo passo. Sempre e comunque. Non ci sono dubbi. Nella parabola del buon samaritano, Gesù ci dice che la felicità non è mai aspettare il prossimo ma farsi prossimi. Ci dice che dobbiamo muoverci verso gli altri. E questo ci fa stare bene. Meglio. Magari ci feriamo, soffriamo… ma stiamo meglio. Gesù stesso ci ha mostrato con la sua vita questa regola: farsi prossimi, amare fino alla fine, amare a qualunque prezzo.
Relazione e prossimità sono le due facce dell’amore. E l’amore è al centro quando parliamo di Dio. Altrimenti non è il Dio che vi auguro di incontrare… oppure non stiamo parlando di amore, ma di qualche surrogato.
Quando incontriamo Dio scopriamo queste due facce. Per quanto ci fossimo sforzati di avvicinarci a lui, se lo incontriamo capiamo che è lui che si è avvicinato a noi. E quando è vicino a noi scopriamo con meraviglia immensa che lui vuole stare con noi. Immaginate il vostro idolo di turno che vi dica che voglia stare con voi… sempre. Ecco adesso moltiplicatelo più o meno all’infinito… questo è il risultato: Dio vuole stare con me.
Con me che scappo, che sbaglio, che rinnego, che tradisco, che sono grezzo, mediocre… vuole stare con me. Ma se lui che è Dio, vuole stare con me… allora io non sono così male… io valgo qualcosa…
Ma questo so bene che si capisce quando se ne fa esperienza diretta. Perciò quello che vi chiedo in attesa di quell’incontro è di cercare di vivere al meglio relazioni e prossimità. Vivendole vi sarà più facile incontrare Dio, perché ogni volta che ci apriamo all’amore verso l’altro, ogni volta che rendiamo l’altro il centro delle nostre cure, oltre a essere meno nevrotici e psicotici, noi troviamo Dio.
Vi dicono dalla mattina alla sera che dovete trovarvi, trovare voi stessi, scoprire energie e potenzialità… io vi dico di farlo negli altri, o meglio nell’aiutare gli altri. E così facendo più che trovare vi scoprirete “trovati”. Ed è un’esperienza meravigliosa.
Vivete al meglio il rapporto con gli altri. Fate sempre il primo passo verso chi è in difficoltà sulle strade di tutti giorni. E così vivendo relazione e prossimità non potrete che avvicinarvi alla fonte di ogni relazione e di ogni prossimità. E quando sarete vicino, vi accorgerete finalmente che lui era già di fianco a voi in tutto questo tempo. E in un meraviglioso abbraccio vi farete finalmente amare.
Vi voglio bene.
Papà
Gigi Cotichella
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